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A cura di Alida Carcano.* Se dovessi scegliere due parole che meglio rappresentino l’andamento economico mondiale degli ultimi anni, opterei per Crescita da un...

alida carcano 2A cura di Alida Carcano.*

Se dovessi scegliere due parole che meglio rappresentino l’andamento economico mondiale degli ultimi anni, opterei per Crescita da un lato e Debito dall’altro. Crescita nei Paesi Emergenti e Debito nei Paesi Sviluppati. Il PIL dei Paesi Emergenti è cresciuto ad un ritmo del 5.8% annuo; un dato impressionante se paragonato ad un tasso di crescita medio dell’1.6% delle Economie Avanzate.

Questo boom economico è sostanzialmente riconducibile ad un aumento del commercio fra i Paesi Emergenti stessi e si prevede continuerà nei prossimi anni. Il flusso di investimenti diretto verso i Paesi Emergenti è inoltre più che raddoppiato nel giro di 10 anni: da $210 miliardi del 2000 a circa $500 miliardi; d’altro lato, la media dell’indebitamento estero di tali Paesi era del 65% rispetto al PIL ed oggi si attesta attorno al 40%. Invece i Paesi Sviluppati hanno continuato ad alimentare debiti pubblici e privati con altri debiti, creando una spirale recessiva che inibisce la crescita reale; una piramide di debiti che, data la sua struttura, potrebbe inclinarsi (vedi lo “shutdown” americano di ottobre). Nelle economie avanzate prima della crisi del 2008 il debito medio sul PIL era di circa il 45%; oggi ha superato quota 100% in alcune economie del G7 e in molte economie dell’Eurozona.

Se poi dovessi scegliere la parola che sarà il leitmotiv del prossimo decennio, direi Ricchezza. La ricchezza globale è cresciuta di quasi il 70% negli ultimi 10 anni; Paesi quali Messico, Azerbaijan, Nuova Zelanda, Uruguay, Polonia sono stati tra quelli a crescita più sostenuta per nucleo familiare; mentre Giappone, Argentina, Sud Africa, Egitto hanno visto corrodere la propria ricchezza. Uno studio di Credit Suisse calcola che essa continuerà a crescere globalmente di un ulteriore 40% nei prossimi 5 anni ed arriverà a raggiungere la somma straordinaria di 330 trilioni di dollari americani. La parte del leone è rappresentata (e continuerà ad esserlo anche in futuro) dagli Stati Uniti. Aiutati anche dalla ripresa dei prezzi dell’immobiliare nonché dalla performance positiva del mercato azionario, gli Stati Uniti godono di una ricchezza pro capite superiore ai 300’000 dollari, ben al di sopra della media mondiale che si aggira attorno ai 50’000 dollari; inoltre sono statunitensi quasi la metà dei milionari al mondo.

Ma se i trend sono importanti, perché indicano dove andremo in futuro, la Cina è il Paese che gode dei dati più impressio­nanti: la ricchezza per adulto è quadruplicata negli ultimi dieci anni (in termini assoluti siamo solo a circa 22’000 dollari, ma la tendenza parla chiaro); la Cina ha più di un milione di milionari ed è seconda solo agli Stati Uniti in numero di ultra-ricchi con più di 50 milioni di dollari.

Certo, la Cina – essendo il Paese più popoloso al mondo – gode di grandi numeri; ma nei prossimi anni sempre più rilevante sarà il ruolo giocato in generale dai Paesi Emergenti. Se nel 2000 la quota di ricchezza dei Paesi Emergenti era solo del 12%, oggi essa è salita al 21% e nel 2018 sarà vicina al 25%. Prendiamo ad esempio l’Indonesia, la cui ricchezza pro capita è sestuplicata dal 2000 ad oggi. Nel 2000 la situazione in Indonesia era molto simile a quella in India, con un valore di circa 2’000 USD a testa. Oggi però in India tale valore è inferiore alla metà dell’Indonesia. E questo è in linea con la crescita del PIL: 13% in Indonesia mediamente dal 2000 al 2013; 9% in India.

La ricchezza è infatti figlia della capacità di crescere, risparmiare ed investire oculatamente. La sua crescita andrà di pari passo con l’affermarsi di una sempre più numerosa classe media, desiderosa di consumare e di avvicinare il proprio stan­dard di vita al modello americano. E non stiamo parlando solo di acquistare uno smartphone o una lavatrice nuova. Nei Mercati Emergenti c’è sempre maggiore consapevolezza dell’esigenza di un migliore sistema sanitario. Il Ministero per la Salute cinese ha recentemente pubblicato le linee guida che porteranno ad un miglioramento, grazie a sostanziali inve­stimenti nei prossimi cinque anni, del si­stema sanitario del Paese ; in India numero­se imprese farmaceutiche si stanno muovendo verso maggiore redditività; la popolazione sta diventando sempre più anziana ed obesa in molti paesi asiatici.

D’altra parte, passando ad un tema più frivolo ma finanziariamente molto rilevante, il turismo è pure in grande crescita. I cinesi rappresentano già oggi il 20% dello shopping tax free globale; Singapore aprirà un Terminal 4 nel 2017 ed un Terminal 5 qualche anno dopo; il numero di camere d’albergo è raddoppiato in 20 anni nella regione Asean (sono oggi 27’000). In un mondo che si muove in fretta, dove gli investimenti e i consumi dettano legge, solo producendo ricchezza si resta all’avanguardia. Un dato che soddisfi la nostra curiosità: e la Svizzera dove si posiziona? Con 512’000 USD di ricchezza pro capite, la Confederazione guida la classifica mondiale, davanti all’Australia ed alla Norvegia.

*Alida Carcano Vice Presidente Valeur Investments, Lugano

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