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Tra creazionismo ed evoluzionismo. A cura di Sebastiano B. Brocchi Ho l’impressione che gran parte della gente si sia abituata ad accettare come dato...

Tra creazionismo ed evoluzionismo.

A cura di Sebastiano B. Brocchi

Ho l’impressione che gran parte della gente si sia abituata ad accettare come dato di fatto la teoria darwiniana dell’evoluzione delle specie, pensando che questa sia l’unica “accettata” e “provata” dalla scienza; e confinando le risposte della religione nel campo della “fede”. Scienza e fede, ormai, hanno imboccato strade separate, e per molti si tratta di strade che viaggiano parallele, senza più possibilità d’incontro. Poiché, oggi, per “certe domande” bisogna rivolgersi al professore di scienze, per “altre domande” bisogna chiedere all’insegnante di catechismo. Il problema è che le risposte dell’uno contrasteranno con quelle dell’altro.

Il primo vi dirà che tutto è iniziato con il big bang, milioni di anni fa, e poi si è sviluppato ed evoluto secondo i principi della selezione naturale e le leggi della fisica. Il secondo continuerà a sostenere che “in principio era il Verbo”, e che Dio abbia creato il mondo in sei giorni, che il primo uomo si chiamasse Adamo e che non derivasse dalle scimmie… Senza contare che ogni religione (e mitologia) ha una spiegazione diversa della questione, anche se il nostro sistema scolastico, a mio modo di vedere, pecca di una sorta di “campanilismo” fornendo agli studenti un’infarinatura molto vaga del pensiero extra-europeo ed extra-cristiano e contribuendo ad inculcare l’idea distorta che quando si parla di “Creazione” in ambito religioso ci si riferisca sempre alla “Genesi” biblica, mentre dovremmo ricordarci che “in tutte le epoche e a tutte le latitudini l’umanità ha cercato di spiegarsi la sua presenza sulla Terra e l’esistenza stessa della Terra, e lo ha fatto in molteplici modi. Ha così elaborato complessi racconti “della creazione” (da “Miti della Creazione”, a cura di Walter Pedrotti e Marta Fischer, ed. Demetra). In realtà, scienza e fede, proprio come accadeva in passato, non viaggiano sempre su strade parallele. Diversi scienziati in tutto il mondo, ancora oggi, credono che sia possibile accettare le “verità rivelate” della Bibbia o di altre religioni come spiegazioni della realtà che ci circonda, accusando l’establishment di aver assunto le teorie di Darwin come “nuova fede”, paragonando l’Evoluzione ad una forma di religione laica priva di sufficienti prove sperimentali. Parlo dei Creazionisti, studiosi convinti che l’Intelligent Design (Disegno Intelligente) sia ancora la risposta più giusta ai nostri dubbi sulle origini dell’universo. Per capire più da vicino il pensiero creazionista, mi sono rivolto all’ing. Stefano Bertolini, presidente dell’A.I.S.O. (Associazione Italiana Studi sulle Origini), laureato in ingegneria elettronica all’Università di Surrey (Inghilterra), membro di importanti Istituiti scientifici, autore di numerose pubblicazioni e relatore di conferenze in tutto il mondo. D: Chi sono i Creazionisti e quali sono le loro principali critiche mosse alla teoria darwiniana? R: Per definizione i Creazionisti (tra i cui esponenti di rilievo nel panorama italiano citerei sicuramente i professori Sermonti e Zichichi, N.d.A.) riconoscono che dietro la complessità della vita e dell’universo esiste un Progettista. Tale posizione non è da considerare da ignoranti o prettamente basata sulla fede, in quanto vi sono molteplici ricerche scientifiche e dati empirci che ne sostengono la posizione. Queste ricerche scientifiche ci portano non solo a confutare l’evoluzione, ma contemporaneamente ci confermano l’esistenza di un Progettista. Non si possono spiegare né l’origine della vita, né l’esistenza di organismi incredibilmente e irriducibilmente complessi tramite il meccanismo dell’evoluzione. L’evoluzione ha fallito nel suo tentativo di dimostrare la possibilità della abiogenesi, cioè la generazione spontanea della vita come primo passo nell’evoluzione della vita sulla terra. Sir Frederick Hoyle, dopo aver calcolato l’impossibilità matematica della abiogenesi sulla terra ad una (im)probabilità di 1 su 10 alla potenza di 40.000, ha concluso che la vita non può essersi generata sulla terra e perciò ha ipotizzato che sia giunta tramite lo spazio; questa teoria è denominata panspermia. Chi crede nella panspermia, però, semplicemente sposta il problema dalla terra ad un’altro pianeta! La totale mancanza delle forme di transizione, chiamiamole anche forme intermedie o anelli mancanti, permane come testimone che l’assioma primario dell’evoluzione è sbagliato. Non solo i noti evoluzionisti Gould ed Eldridge sono stati costretti ad inventarsi una nuova teoria per cercare di spiegare la mancanza di forme di transizione (conosciuta come la teoria dell’equilibrio punteggiato), ma lo stesso Darwin era molto preoccupato dalla totale mancanza di forme di transizione, come si evince dal suo libro: “Perché, se le specie sono discendenti da altre specie attraverso graduazioni impercettibilmente sottili, non vediamo ovunque innumerevoli forme di transizione?… Invece quello che vediamo sono delle specie ben distinte… Allora, perché ogni formazione geologica non è piena di anelli intermedi? La geologia sicuramente non rivela nessuna di tali catene organiche finemente graduate; questa, forse, è la più ovvia e grave obiezione che si possa sollevare contro la mia teoria”. Sono passati oltre 150 anni e la situazione non è cambiata. Le cosiddette forme di transizione, icone dell’evoluzione, come Archaeopteryx, Tiktaalik, Australopithecus (Lucy), Pakicetus ed altri sono stati facilmente confutati dalla scienza. La scienza ha dimostrato che l’evoluzione non ha avuto inizio con l’abiogenesi, che non esistono le prove del processo evolutivo per la totale mancanza di forme di transizione, e che il meccanismo dell’evoluzione, mutazioni e selezione naturale, non funziona. Come chiaramente esposto nel libro del Dott. John Sanford, genetista a livello mondiale, le mutazioni non aggiungono mai nuove informazioni che portano a nuove funzioni, ma comportano sempre una perdita di informazione. Più recentemente il progetto ENCODE ha dimostrato che il DNA spazzatura non esiste e che addirittura il 95% delle trascrizioni funzionanti non indicano alcuna evidenza di pressione selettiva, cioè la selezione naturale non agisce per selezionare le mutazioni. Non vengono conservate dalla selezione naturale: mutano con un andamento medio. Cosa rimane a sostegno dell’evoluzione? Niente. L’assioma primario dell’evoluzione è semplicemente sbagliato. Per i Creazionisti il mondo esiste per un progetto intelligente. D: Molte persone associano il creazionismo alla religione e, più in particolare, alle religioni abramitiche. È sempre così? R: Quando la scienza ci porta a concludere che l’evoluzione non spiega adeguatamente la vita e l’esistenza di tante svariate forme di vita e, al contrario, sostiene l’esistenza di un Progettista, ci dobbiamo domandare, chi sarebbe il Progettista? Per me lo studio scientifico ha portato a riconoscere l’esistenza di un Dio Creatore perché la panspermia non è un’alternativa seria. Più ho approfondito i miei studi sulle origini più ho visto affermarsi il modello della creazione e le sue predizioni per spiegare le prove, e più sono rimasto convinto della sua realtà. È il metodo scientifico che mi ha spinto ad essere Creazionista, più di vent’anni fa ero un convinto Evoluzionista ma poi, dovendo restare fedele al metodo scientifico, ho dovuto cambiare posizione. Però è da considerare che non solo il Creazionismo si associa alla religione, perché anche l’Evoluzione va considerata una religione, come chiaramente ammesso da diversi evoluzionisti come il prof. M. Ruse, zoologo: “L’evoluzione viene promossa dai suoi praticanti come più che solo scienza. L’evoluzione viene promulgata come una ideologia, una religione secolare – una completa alternativa al Cristianesimo, con significato e moralità. Sono un evoluzionista fervente ed ex-cristiano, ma devo ammettere … che chi si attiene alla lettera ha assolutamente ragione. L’evoluzione è una religione. Era vero dell’evoluzione all’inizio, e lo è vero ancora oggi”. Credere ciecamente in un’ipotesi ampiamente confutata dalla scienza, come l’abiogenesi, sicuramente non rispetta il metodo scientifico, ma si può solo spiegare per un’eccessiva fede in un’ideologia dominata dai propri presupposti. D: Potrebbe spiegare la differenza tra creazionismo della “Terra vecchia” e della “Terra giovane”? R: Con Terra vecchia o Terra giovane si deve associare rispettivamente un’origine della vita vecchia o recente. Esiste chi si chiama Creazionista (perché crede in un Dio Creatore) ma accetta un’origine della vita con tempi molto lunghi, più in linea con quelli proposti dall’evoluzione. A mia opinione la posizione di chi si chiama Creazionista della Terra vecchia non è sostenibile né da un studio scientifico della vita sulla terra, né da un studio teologico della Bibbia, ma risulta da un tentativo di inserire a stento i milioni di anni dell’evoluzione nel racconto biblico. È un compromesso. Le evidenze per un’origine della vita recente sono schiaccianti, e con questa, a mia opinione, solo il Creazionismo della vita recente è sostenibile sia a livello scientifico che teologico. D: Il creazionismo è stato spesso criticato per il fatto di basarsi su teorie antiscientifiche e non sperimentali. Cosa pensa di queste accuse da parte della comunità accademica? R: Queste critiche sono sviluppate da chi non si è degnato di studiare veramente quanto proposto dai Creazionisti e in sostanza hanno una posizione antagonista a sostegno di posizioni filosofiche e atee. Nessuno direbbe che Newton, Pascal, Pasteur per citarne solo alcuni dei maggiori scienziati, si basarono su teorie antiscientifiche, eppure tutti loro erano Creazionisti. Ribalto la domanda a questi critici: l’Evoluzionismo si basa su teorie scientifiche e sulla sperimentazione? Qualcuno ha mai osservato l’abiogenesi e la comparsa di forme di transizione? Secondo Karl Popper il darwinismo non si può considerare una teoria scientifica, proprio perché non è testabile: “Sono arrivato alla conclusione che il Darwinismo non è una teoria testabile, ma un programma di ricerca metafisica”. Hoyle ha calcolato l’impossibilità dell’abiogenesi e Haldane ha calcolato l’impossibilità che una creatura simile ad uno scimpanzé si possa trasformare nell’uomo moderno in 10 milioni di anni – ampiamente conosciuto come il Dilemma di Haldane. Restare fedeli a idee confutate dalla scienza sperimentale ed empirica è antiscientifico. Nelle varie conferenze che tengo sul dibattito in corso tra Evoluzionisti e Creazionisti sono stato accusato diverse volte di presentare incontri antiscientifici. Quando chiedo quali dati siano sbagliati (non parlo di interpretazione dei dati e delle prove) regna il silenzio. Neanche una volta i miei dati sono stati confutati. Allora chi sarebbe antiscientifico? Il Creazionista che ha considerato tutte le possibilità o il discepolo dell’evoluzione? L’evoluzione della specie è una teoria ormai priva di fondamenta, dove a priori al piede divino non è permesso entrare. Di diverso parere è il prof. Antonio Masiero, laureato in fisica all’Università di Padova, vicepresidente dell’I.N.F.N. (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare italiano) collaboratore di alcuni dei più prestigiosi Istituti di ricerca internazionali tra cui il CERN di Ginevra, e anch’egli relatore e autore di pubblicazioni. il quale, da me intervistato in merito a questo annoso dibattito, si è espresso come segue: D: In che misura gli studi del CERN hanno cambiato o potrebbero cambiare le nostre idee sull’origine dell’universo? R: Gli studi compiuti al CERN, dalla metà del secolo scorso, ad oggi hanno profondamente influito sulla nostra comprensione delle fasi iniziali dell’Universo, in particolare per quanto concerne la descrizione del plasma primordiale delle particelle elementari presenti nei primi istanti dopo il Big Bang. Penso che un contributo molto importante sia legato alla comprensione del legame tra simmetrie presenti (geometria) e interazioni tra le particelle del plasma primordiale. In laboratorio abbiamo visto che all’aumentare dell’energia si modifica (aumentando) il grado di simmetria; nel caso dell’evoluzione dopo il Big Bang possiamo pensare che il raffreddamento dell’Universo abbia comportato transizioni di fase con un successivo “degrado” della simmetria. In altre parole, la teoria unificata delle interazioni fondamentali emersa dagli studi fatti alle macchine acceleratrici sembra dirci che l’Universo sia partito dal massimo grado di simmetria (forse un’unica simmetria che descriveva tutte le interazioni fondamentali) e poi le successive transizioni di fase abbiano fatto emergere la “separazione” delle interazioni (gravitazioni, deboli, forti, elettromagnetiche) e delle loro relative simmetrie. D: Da Darwin alle più recenti scoperte della fisica quantistica, come si è trasformata la percezione, da parte dell’establishment scientifico, della storia evolutiva della materia e della vita sulla terra? R: Rispondo solo per quanto riguarda la fisica delle particelle e delle interazioni fondamentali. Come le dicevo nella precedente risposta, la storia dell’Universo, soprattutto delle sue prime fasi (“i primi tre minuti” per citare il titolo di un bel libro di Weinberg) appare un’evoluzione da un Universo caldo con una descrizione unificata delle forze fondamentali ad un Universo sempre più freddo in cui le interazioni si differenziano. Si è anche capito che alcuni dei problemi più profondi che riguardano la descrizione dell’attuale Universo (la sua piattezza, la sua età, la sua omogeneità, l’assenza di monopoli etc.) trovano risposta in una fase iniziale di espansione fortemente accelerata (epoca inflazionaria).

[captionpix imgsrc=”http://www.fourticino.ch/wp-content/uploads/2015/01/Schermata-2015-02-19-alle-19.01.12.png” captiontext=”Tracce di particelle prodotte dal decadimento del bosone di Higgs, registrate dai rivelatori CMS e Atlas” width=”691″ height=”393″]

D: Cos’è il Bosone di Higgs, e perché viene anche chiamato “Particella di Dio”? R: Il bosone di Higgs è una particella veramente speciale. Grazie al campo da esso prodotto e all’interazione di tale campo con tutte le altre particelle, queste ultime vengono a prendere massa più o meno grande a seconda di quanto interagiscono con tale campo del bosone di Higgs. Ad es. il fotone non ha interazione, non viene “rallentato” da tale campo di Higgs e quindi continua a viaggiare alla velocità della luce, cosa possibile solo per particelle (come i fotoni di luce, appunto) che rimangono a massa zero. Il termine “particella di Dio” deriva dal titolo di un libro di un fisico americano. È un modo per dire quanto sia speciale la particella di Higgs: è la particella che dà sostanza, realtà (quella che noi fisici chiamiamo massa) a tutte le altre particelle di cui è composta la materia visibile che ci circonda (inclusa la materia di cui noi stessi siamo fatti, naturalmente). D: Cosa pensa del dibattito tra Evoluzionisti e Creazionisti? R: Per quanto riguarda la “storia” dell’Universo, come le dicevo sopra, abbiamo prove chiare che esso non è sempre stato così come è oggi, ma vi è stata un’evoluzione. Da Hubble in poi, l’universo in espansione ha sostituito la visione di un universo stazionario. D: Secondo lei, si può essere uomini di scienza e accettare l’idea dell’esistenza di Dio (non per forza facendola coincidere con la visione teologica di una particolare religione)? R: Sì, è possibile. La scienza non può provare l’esistenza o la non-esistenza di Dio. Può fornire elementi su cui riflettere per una visione religiosa o non religiosa del nostro Universo. Il metodo scientifico prevede la verifica sperimentale di un’idea per quanto bella e profonda questa possa essere. Lo scienziato è ( o almeno deve esserlo) pronto a rimettere in discussione teorie o addirittura paradigmi scientifici consolidati se vi sono dei fatti sperimentali che li contraddicano. Tale metodo scientifico-sperimentale non è applicabile al percorso metafisico che, come dice la parola stessa, va al di là della verifica “fisica”, sperimentale. In questo articolo non ho voluto dare risposte ad un dilemma scientifico che è e rimarrà probabilmente per molto tempo di difficile o impossibile soluzione; ma soltanto fornirvi le basi per capire due diversi punti di vista, provenienti entrambi dal mondo scientifico, che dimostrano quanto, in realtà, sia ancora incerto il cammino verso una comprensione autentica dell’origine delle cose. Ritengo controproducente “censurare” una o l’altra corrente di pensiero, come (purtroppo) avviene in certe parti del mondo. A questo proposito ho chiesto al prof. Diego Erba, responsabile del Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport per il Cantone Ticino, se esistessero, in ambito elvetico e ticinese in particolare, delle posizioni “ufficiali” o una regolamentazione specifica sull’insegnamento di Creazionismo ed Evoluzionismo, e la risposta è stata che “la ‘contesa’ non si è sviluppata nella nostra scuola. Abbiamo seguito il dibattito avviatosi all’estero, in particolare in USA e in qualche stato confinante, ma da noi non ha avuto nessun seguito”. Difficile dire se questa mancanza di direttive sia dovuta al desiderio di preservare la libertà d’espressione o piuttosto all’indifferenza nei confronti di una tematica che, da noi, appunto, non è stata ancora oggetto di battaglie legali. A mio parere, la scuola e i media dovrebbero appunto informare le persone, dando ad ognuno i mezzi per operare una propria scelta ideologica, e mai indirizzarle volutamente verso una scelta aprioristica. La mia personale posizione in questo dibattito è che forse la verità, come sempre, andrebbe cercata nel mezzo (in medio stat virtus). Ritengo che lo sbaglio di molti Creazionisti sia di utilizzare la Bibbia e la religione (facente parte della dimensione soggettiva e non empirica, come in questo senso ben spiega Reeves nel capitolo finale del suo “Polvere di stelle”) per dare risposte laddove la scienza non può darne. Sono portato ad accettare l’idea che l’universo si sia trasformato nell’arco di molto tempo, e che gli esseri non siano comparsi già perfettamente formati grazie all’intervento di una qualche (divina o meno) bacchetta magica, ma ritengo altrettanto forzata l’idea che questa evoluzione sia dettata da una pura casualità, dalla “selezione naturale”, dalla legge del più forte o da un’accozzaglia di molecole che combinandosi tra loro abbiano dato vita a “tutto questo”, un cosmo di complessità e bellezza incredibili e stupefacenti. La teoria darwiniana lascia molte zone d’ombra, anche in merito all’origine dell’uomo, se è vero che secondo alcuni: “L’uomo non è l’anello più recente di una lunga catena evolutiva, ma, al contrario, rappresenta un taxon che esiste sostanzialmente immutato almeno fin dagli albori dell’era Quaternaria […] Sul piano morfologico e anatomo-comparativo, il più “primitivo” — o meno evoluto — fra tutti gli ominidi risulta essere proprio l’Uomo di tipo moderno!” (G. Sermonti). Ma soprattutto, diciamolo, la scienza non è in grado di spiegare come sia comparso uno dei fattori fondamentali del nostro vissuto interiore: la coscienza. La scienza può dirci che tutte le cose vengono regolate dalle leggi della fisica, ma non potrà (forse mai) spiegarci chi o cosa abbia programmato queste leggi. Ecco, appunto, programmato. Questo termine, caro al mondo dell’elettronica, si presta benissimo a descrivere la mia personale idea sull’origine delle cose: l’universo potrebbe essere paragonato ad un software, che si evolve seguendo delle direttive intrinseche. Non una limitazione del libero arbitrio, ma dei binari che permettano alle singole individualità di avanzare per la loro strada, su sentieri resi possibili dal programma. Se poi l’autore del programma si voglia chiamare Dio o Natura, cambia poco. Su come si sia passati dal Programmatore al programma, mi associo all’idea di quello che considero uno dei filosofi più avanguardistici della storia: Plotino, che parlò di emanazione, piuttosto che di creazione, perché non credo che la Mente che ha dato origine all’universo e a noi stessi, sia un artefice esterno e separato dalla sua creazione, bensì un’intenzione che prende forma, un pensiero che dalla potenza si trasforma in atto, o per dirla con Spinoza, una Natura naturans…

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