Cronache di ordinaria follia nelle procedure esecutive – Prima Parte
A cura di Stefano Fornara. Avvocato e notaio*
Qualche tempo fa mi sono trovato confrontato, a titolo personale per una volta, con uno dei problemi pratici più comuni legati al sistema esecutivo elvetico: la facilità con cui chiunque può essere “vittima” di un precetto esecutivo totalmente campato per aria.
Per riassumere l’accaduto in due parole: dieci milioni. Di franchi, s’intende. A tanto ammonta la cifra per cui sono stato “precettato” senza alcun fondamento. Inutile dire che ho interposto tempestiva opposizione, e che da allora tutto è rimasto fermo. E così rimarrà per anni, per motivi che illustrerò tra poco.
Non che la cosa mi abbia turbato, al di là di un sobbalzo iniziale allorquando ho aperto la lettera raccomandata davanti agli occhi un po’ sorpresi dell’impiegata della Posta, seguito da una risata spontanea che ha causato ancora più disorientamento nella giovane in questione, che non ha trovato altro da chiedermi se non “fa opposizione?” (macché, pago subito…).
Tuttavia la riflessione è la seguente: se io dovessi cercare un appartamento in locazione, oppure se avessi bisogno di un credito e al contempo se chi mi ha inviato tale spropositato precetto esecutivo fosse stato più accorto, e avesse indicato una somma o un titolo di credito più plausibili, potrei avere un problema o quantomeno la spiacevole necessità di dare delle spiegazioni.
Infatti, se da un lato basta scrivere “opposizione” nell’apposito spazio sul precetto in oggetto per rispedire la palla nel campo del creditore, sia egli una persona cui effettivamente il destinatario deve dei soldi, oppure un semplice mitomane, senza alcun danno concreto, il fatto che chiunque, con una spesa molto contenuta, possa avviare una procedura esecutiva contro un’altra persona, con estrema facilità e senza alcun preventivo controllo del fondamento della pretesa, è e resta una delle falle più evidenti e sfruttate a fini abusivi del nostro sistema esecutivo.
E ciò a causa dell’importanza indicativa data dalla prassi all’estratto delle esecuzioni in corso, oltre al fatto che non è per nulla semplice ottenere, per il “debitore” che tale non è, la cancellazione di un’esecuzione fatta avviare contro di lui senza alcun fondamento; d’altro canto è praticamente impossibile, se non dopo anni, impedire che terzi possano prendere atto dell’esistenza di tali procedure esecutive.
Per tornare al mio esempio, al fine di poter validamente richiedere la cancellazione dell’esecuzione in oggetto, sarebbe necessario avviare un’azione civile, che comporta l’anticipo di spese ingenti, molto più elevate di quelle cui è incorso il mio sedicente creditore e della durata di anni. Una soluzione antieconomica e ridicola che tuttavia non ha un’alternativa, a causa della prassi del Tribunale federale secondo cui, sulla base del diritto vigente, una richiesta di accertamento della nullità di un precetto esecutivo (in linea teorica una via molto più rapida) non è possibile se si tratta di un episodio isolato e non di un chiaro caso di abuso, quale l’invio reiterato di precetti fantasiosi.
Opinabile, ma non discutibile dal momento che questa è la posizione della più Alta Corte del Paese.
Sono in corso discussioni a livello legislativo per cambiare questo stato di cose. Sino al giorno in cui l’auspicata revisione della Legge federale sull’esecuzione e il fallimento entrerà in vigore, non resta altro se non armarsi di pazienza (da parte di chi è destinatario di atti esecutivi privi di ragione) e di buon senso (da parte di chi deve valutare la solvibilità del suo potenziale partner contrattuale).
A ognuno il suo precetto esecutivo quindi. Dal canto mio mi permetterò ritornare nuovamente, con il prossimo numero, sul tema delle distorsioni legate al nostro sistema esecutivo dal punto di vista dei creditori (quelli veri). Un tema a me caro, sul quale già avevo scritto nell’aprile del 2013 su queste pagine, che merita ulteriore approfondimento e soprattutto una maggiore presa di coscienza.
* Avvocato e notaio, Studio legale e notarile Respini Jelmini Beretta Piccoli & Fornara, Lugano.
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